Filcams Cgil del Trentino

Contro tutte le precarietà

8 Marzo di lotta

Questa mattina le lavoratrici dell’ORVEA di Mezzolombardo e di Trento hanno tenuto un’assemblea aperta davanti al negozio di Mezzolombardo con la presenza del sindaco di Mezzolombardo dott.ssa Anna Maria Helfer alla quale hanno esposto i motivi della loro protesta.
Hanno illustrato al Sindaco il fatto che la Direzione ORVEA ha deciso la disdetta unilaterale della parte economica del contratto integrativo e quindi una decurtazione dello stipendio mensile di circa 200 euro. Una scelta aziendale che aggrava una situazione generale già pesante che scaricando sulle donne i costi della crisi e della privatizzazione dello stato sociale rende le celebrazioni di questa giornata una festa dell’ipocrisia fatta sulla pelle delle donne.
Sostenute anche dall’intervento di Claudia Loro, della segreteria della Cgil del Trentino, hanno illustrato le loro difficoltà di madri a causa dell’assenza di servizi adeguati sia rispetto ai figli che rispetto ai genitori anziani che sempre più spesso sono posti a carico della famiglia mentre dentro le aziende aumentano le modifiche di orario, turnazioni sempre più massacranti che spesso rendono impossibile conciliare lavoro, diritti e famiglia. Una situazione che costringe, anche nel nostro ricco Trentino, oltre 400 donne a licenziarsi al termine della maternità in quanto l’orario di lavoro è incompatibile con le esigenze di seguire la famiglia.
Il sindaco, nel suo intervento all’assemblea, ha portato solidarietà alle lavoratrici lavoratrici Orvea soffermandosi sui temi delle condizioni femminili delle donne nel lavoro e nella società ricordando che siamo un paese con una grande carenza di servizi e questo penalizza le donne che sono, loro malgrado, i pilastri su cui poggia la maggioranza del welfare, ed aggiungiamo noi, sempre più privatizzato.
Inoltre le lavoratrici hanno chiesto al sindaco l’impegno forte sul tema del lavoro domenicale chiedendo che nella discussione sulla legge Olivi non si vada oltre le attuali aperture domenicali in modo da non privare la lavoratrici del commercio di quel momento di socializzazione che è la domenica.
Infine l’assemblea si è chiusa ribadendo alla Direzione ORVEA la richiesta di aprire un confronto serio che porti al ripristino delle condizioni salariali predenti la disdetta del contratto hanno riaffermando che solo quando questi aspetti della nostra vita saranno rispettati, sarà rispettata integralmente la nostra dignità e allora ci saranno tutti i presupposti per festeggiare l’8 marzo ma per ora non abbiamo nulla da festeggiare.

Filcams – Fisascat – delegate ORVEA
Trento, 8 marzo 2011

8 marzo 2011 Posted by | Sindacato | , , , , , , , | 1 commento

Orvea: per un 8 marzo di lotta

Tra qualche giorno si ripeterà la tradizionale “festa della donna” ormai ridotta a tripudio di mimose, cene e ipocrisia.
Nulla di più distante dallo spirito con cui Rosa Luxemburg, l’aquila del proletariato mondiale, propose, in ricordo del tragico incendio in cui perirono 129 operaie, la data dell’8 marzo come giornata di lotta internazionale della donna.
Ebbene noi non abbiamo proprio nulla da festeggiare.
Come lavoratrici dei Supermercati ORVEA abbiamo subito una unilaterale decurtazione del nostro già modesto salario da parte di un’azienda che, come è prassi tra i padroni, ha pensato bene di scaricare sulle nostre spalle e sul nostro portafoglio i risultati di una crisi dovuta a incapacità manageriale e spese dissennate.
Lorsignori hanno deciso che il nostro contratto integrativo strappato con passione e dedizione totale era diventato troppo oneroso per il bilancio aziendale per cui doveva essere disdettato.
La proclamata incompatibilità economica, usata come leva per un ulteriore giro di vite sulle condizioni di lavoro, per un’ulteriore affermazione dell’arroganza padronale, per un ulteriore e più violenta umiliazione delle donne che lavorano e che è risaputo hanno statisticamente i salari più bassi degli uomini.
I diritti non sono più diritti, la contrattazione sindacale vissuta con fastidio e concepita come puro atto notarile che deve mettere il sigillo di approvazione nelle scelte prese nei consigli di amministrazione, senza mai sindacare sugli indirizzi suicidi o cervellotici che questi assumono.
Certo, c’è di peggio in giro. Le lavoratrici della FIAT di Pomigliano e Mirafiori (in attesa di tutte le altre del gruppo), per esempio, che hanno visto perdere diritti sanciti da un contratto nazionale, anche qui unilateralmente cancellato dalla protervia di Marchionne, oppure le lavoratrice della CAREFUR O della OMSA, la cui capogruppo GOLDEN LADY ha deciso di delocalizzare la produzione, oppure ancora peggio le precarie della scuola o del pubblico impiego che grazie ai tagli non saranno più precarie, perchè avranno la certezza di rimanere a casa senza lavoro.
C’è sempre uno che sta peggio che ci induce ad accettare il meno peggio.
Di meno peggio in meno peggio però, l’unica cosa certa è una continua regressione nel campo dei diritti, del salario, nelle condizioni di vita e nella qualità della vita.
Per questo ci chiediamo cosa ci sia da festeggiare, per questo ci rispondiamo che non c’è nulla da festeggiare l’8 marzo, MA SOLO DI LOTTARE PER I NOSTRI DIRITTI.
Per questo crediamo che sia stato giusto scendere in piazza il 13 febbraio, ma pensiamo che sarà ancora più giusto farlo non solo per rivendicare una generica dignità calpestata dal Presidente del Consiglio, ma anche per rivendicare il diritto ad una vita dignitosa che significa lavori meno pesanti, turni meno massacranti, salari più equi, possibilità di conciliare il lavoro e gli affetti e di lavorare il giusto, perchè una domenica è sempre una domenica e un giorno festivo è pur sempre un giorno festivo e non cambiano natura per la legge partorita da qualche assessore provinciale o per l’ordinanza di qualche sindaco.
Quando questi aspetti della nostra vita saranno rispettati, sarà rispettata integralmente la nostra dignità e allora ci saranno tutti i presupposti per festeggiare l’8 marzo, magari con lo stesso spirito con la quale Rosa Luxemburg lo aveva pensato.

Sottoscrivi la petizione sul SITO direttamente a http://www.petizionepubblica.it/?pi=orvea oppure a http://www.petizionepubblica.it e cercare APPELLO : “Or.ve.a.. per un 8 marzo di lotta”.

La Filcams Cgil del Trentino

Trento, 19 febbraio 2011

19 febbraio 2011 Posted by | Sindacato | , , , , , , , , , | 2 commenti