Filcams Cgil del Trentino

Contro tutte le precarietà

Salari e produttività

A proposito di riforma del sistema contrattuale e di produttività. Governo, CONFINDUSTRIA, e anche parte sindacato dicono che per incrementare i salari occorre rilanciare la produttività.
Ma è proprio così ? vediamone alcuni aspetti di questa situazione:
La produttività: le cause del calo della produttività del sistema industriale italiano vanno ricercate nel calo degli investimenti, nella sua struttura di microimpresa e nel fatto che si compete sui mercati a basso valore aggiunto anziché sui mercati di “eccellenza”. La dimensione delle aziende in Italia, se si comprendono anche quelle individuali, siamo ad una media che scende sotto i 4 dipendenti per impresa. Un limite dimensionale che nei fatti non può generare investimenti in ricerca ed in innovazione. Non è un caso se la ricerca in Italia è quasi tutta a carico dell’Ente Pubblico.
La formazione: siamo ai livelli più bassi d’Europa e lo conferma la recente inchiesta indipendente sui metalmeccanici, è emerso che solo il 20 per cento ha ricevuto formazione pagata dalla propria azienda. E per una media di 2 minuti al giorno.
Il Salario: i dati di questi ultimi gironi ci dicono che il salario medio in Italia è diminuito del 13% rispetto alla media e mentre l’inflazione corre oltre il 3,6% l’Istat ci manda a dire che nel nostro paese, in 10 anni, la quota del Prodotto interno lordo che va al lavoro dipendente è stata ridotta di 10 punti. Un trasferimento di oltre 120 miliardi di euro dai salari ai profitti. Dati che dimostrano il fallimento delle politiche concertative fatte in questi ultimi 15 anni. Insistere con nuove politiche concertative, come fanno Cgil Cisl e Uil, non solo è sbagliato ma significa non voler prendere atto che il più grande sindacato d’Europa in materia di salari subisse la più pesante sconfitta rispetto al resto d’Europa.
E questo mentre le aziende hanno fatto profitti enormi ma anziché investirli in gli hanno trasformati in dividendi o in acquisto di azioni. Quindi sono serviti ad accrescere il valore delle stock-options e i compensi dei nostri manager che ormai raggiungono dimensioni che vanno oltre 500 volte il salario medio. Questa politica ha il solo effetto di sottrarre risorse per gli investimenti e quindi si riduce la capacità competitiva delle imprese.
All’interno di un simile quadro, ormai riconosciuto da tutti, che senso ha parlare di defiscalizzazione degli straordinari (più salario a fronte di più lavoro) e dei premi aziendali variabili se non quello di aprire la strada al contratto individuale e a nuove forme di cottimo che si pensavano ormai superate.
L’emergenza salariale richiede l’apertura di una stagione di lotta per l’aumento dei salari reali che poggi su un CCNL solido e sul recupero automatico dell’’inflazione reale da parte dei salari e delle pensioni
Ezio Casagranda – Filcams Cgil del Trentino
Trento, 4 giugno 2008

4 giugno 2008 Posted by | Sindacato | , , , | 8 commenti