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Contro tutte le precarietà

Mandato d’arresto per Ciro Russo

E’ rimbalzata anche sulla stampa locale la notizia del mandato di arresto di Ciro Russo da parte della magistratura paraguaiana con l’accusa di aver falsificato delle firme che chiedevano l’allontanamento della consultore Elisabetta Deavi.
Non entro nel merito della denuncia da parte della magistratura del Paraguay e dei suoi risvolti giuridici ma voglio soffermarmi sui suoi risvolti morali e politici di questa vicenda che va aggiunta ai problemi dei lavoratori della fabbrica di riciclaggio della plastica di Luche. Un esempio di come con i soldi stanziati dalla provincia si sottopagavano i lavoratori e come il responsabile (Ciro Risso) sulla stampa di oggi usi gli stessi argomenti dei vecchi padroni delle ferriere per denigrare chi chiede e rivendica i propri diritti. Si i propri diritti e non beneficenza o concessioni da parte dei vari principi o vassalli all’estero.
Non è sufficiente dare solidarietà a Ciro se non si affrontano le questioni vere che emergono da questa vicenda: Il bisogno di trasparenza, la gestione degli stanziamenti per l’emigrazione trentina e la cooperazione internazionale.
Da questa vicenda, dove le notizie o non arrivano o sono frammentarie emerge con sempre maggiore evidenza la necessità di conoscere tutti i risvolti, partendo dai finanziamenti e dal loro impiego. Il presidente Dellai deve intervenire con i necessari chiarimenti a tutela dell’Istituzione Provincia chiamata in causa dalle vicissitudini di Russo e quindi garantire l’indispensabile trasparenza su quanto fatto dalla PAT, pubblicando su Internet, tutti i dati: l’ammontare dei finanziamenti in Argentina, il loro utilizzo, i bilanci contabili e le ricadute economiche che sociali degli interventi finanziati.
Una richiesta di trasparenza sui finanziamenti nella regione del Chaco Argentino, in Paraguay, ecc. dove ci risulta che, non solo siano presenti sperperi ingiustificati, ma che le ricadute sul territorio sono quasi inesistenti. Vogliamo trasparenza anche per i lavoratori della fabbrica di riciclaggio della plastica di Luche in Paraguay. Fabbrica costruita con i contributi della PAT, e dove ci risulta che i lavoratori siano stati pagati con un salario inferiore ai minimi di legge e poi licenziati solo perché chiedevano i loro diritti.
Quanti fatti, comrpesa la vicenda giudiziaria di Ciro Russo raffroza la richiesta di quanti chiedono un approccio diverso ai problemi dell’emigrazione e della cooperazione internazionale, superando una situazione che con l’imposizione di una sola associazione per gli aiuti agli emigrati ha trasformato l’ATM da organizzazione di volontariato a braccio operativo della provincia. Una scelta che apre una grave ferita democratica e nel pluralismo culturale e associativo trentino.
Finanziare progetti faraonici e calati dall’alto ha generato sprechi, diseconomie e qualche problema con la giustizia. Quindi bisogna lavorare per costruire una rete di interventi capaci di coinvolgere la popolazione locale.
Da mesi come associazione “Amici del Sudamerica” abbiamo volantinato in città chiedendo trasparenza sui finanziamenti nel Chaco e nell’America del sud senza avere risposte da parte di Dellai.
Adesso davanti all’inchiesta della magistratura del Paraguay ci domandiamo se il presidente della PAT continuerà a mantenere un atteggiamento di colpevole chiusura o si deciderà a rendere accessibili a tutti, tramite internet, quanto stanziato dalla provincia in materia di emigrazione e cooperazione internazionale con i relativi documenti contabili.
Come cittadino trentino che paga le tasse attendo una risposta da parte di Dellai.


Ezio Casagranda “Amici del Sudamerica”.


Trento 24 marzo 2010

25 marzo 2010 Posted by | Internazionale | , , , , , , , , , , , , , , , | 6 commenti